Il tema degli infortuni, dei dolori da sovraccarico e delle infiammazioni incorse dopo “movimenti sbagliati” è piuttosto sentito. Diventa difficile trattarlo in maniera semplice e concisa senza rischiare di banalizzare il discorso, ma è importante che si comprendano almeno i concetti fondamentali. Partiamo col dire che spesso la localizzazione del dolore trae in inganno. Prendiamo per esempio aree di dolore ed infiammazioni recidivanti, quelle tendiniti, o meglio, tendinosi che vi tormentano oramai da anni. Le curate e loro si acquietano, sembrano lasciarci finalmente in pace, ma poi si ripresentano. Seguite periodi di riposo, prendete antinfiammatori, fate fisioterapia (Tecar, kinesiotape, riabilitazione, ecc.), ma il fastidio sembra non volervi abbandonare. Come terapisti si tende ad accanirsi sull’area del dolore, ma questo porta spesso a perdere la visuale totale del paziente. A volte un’area di sovraccarico è solo l’ombra del problema. L’origine di quest’ombra può arrivare da molto lontano e può essere di matrice complessa. Può essere solo la zona di compenso, un compenso che se perdura può tramutarsi in una zona di stress primaria, sede di infiammazioni e cambiamenti del tessuto, dalla quale partiranno altri compensi. È quindi importante comprendere la situazione del paziente: la sua postura, i suoi adattamenti, la sua storia, l’esordio e l’insorgere dei sintomi, ecc. Non solo, è anche importante fare domande ed ascoltare, osservare, fare dei test sia passivi sia attivi, nel tentativo di capire come sta funzionando il suo corpo.
La ragione per la quale i sintomi si ripresentano sovente nelle “nostre tipiche zone rosse” possono risiedere fondamentalmente in due ragioni (ovviamente la realtà è più complessa, ma come detto sopra, dobbiamo semplificare):
1. La postura.
Ognuno di noi ha una sua tipica postura e questa viene influenzata da una miriade di fattori (genetici, imitazione di posture e movimenti, occupazionali, infortuni, patologie, interventi chirurgici e cicatrici, carattere, ecc.). Possiamo immaginare una postura in perfetto aplomb (vi dico da subito che non esiste), questa rappresenterà un perfetto equilibrio bio-meccanico, neuro-fisiologico, ormonale e, in generale, metabolico. Insomma, la “salute fatta a persona”. Ora, qualunque deviazione da questa situazione ideale porterà a delle caratteristiche insorgenze di sintomi in varie aree del corpo e di vario genere. Queste deviazioni sono non solo estetiche ma sempre associate ad una diminuzione di mobilità, portando a sovraccarichi funzionali e a dinamiche para-fisiologiche che, nella migliore delle ipotesi, si presenteranno come dolore muscolo scheletrico insorto magari dopo un “movimento sbagliato”.
2. Schemi motori aberranti.
La percezione che abbiamo del nostro corpo nello spazio, del modo di muoverci, sia nei gesti sportivi che in quelli quotidiani, può essere non corretta. Spesso osservandoci in un filmato o in una semplice foto rimaniamo colpiti da quanto questi appaiano distanti dall’immagine che avevamo. Correggendo il gesto ci sentiamo a disagio, perdiamo di efficacia, ci pare di essere “storti”. Queste a volte piccole deviazioni portano a caricare in maniera scorretta articolazioni, tendini e muscoli, sempre i soliti gruppi nel nostro gesto ripetuto. Pensate alla corsa dove la ripetizione del movimento è elevatissima.
L’unione dei due punti suddetti è un mix interessante. Caratteristiche posturali con diminuzioni di mobilità uniti a schemi motori non corretti (questi ultimi possono a loro volta essere influenzati dai primi) porteranno nello sportivo, ma non solo, a sovraccarichi che si tramuteranno in problemi, prima acuti e poi cronici. Una attenta analisi della postura, manipolazioni mirate all’integrazione delle varie parti del corpo, esercizi di mobilità e posturali possono ridurre o rendere gestibili questi disagi e dolori. Ovviamente, trattandosi di situazioni nella maggior parte dei casi croniche, andranno monitorate nel tempo e mai abbandonate.
La lettura di questi elementi non è sempre facile da analizzare, non sempre il sintomo è proporzionale alla complessità o gravità della situazione. Capita che grandi sintomatologie corrispondano a semplici schemi lesionali e piccoli disturbi nascondano dei gran pasticci.
Occhio quindi! Prendetevi cura del vostro corpo, d’altronde ci dovete convivere tutta la vita.
Se avete dubbi o siete curiosi di saperne di più, non esitate a rivolgervi a me, scrivendomi a info@fabriziomancinosteopata.it, chiamandomi al 366 7494142 o fissando un appuntamento nel mio studio a Torino.